Tratto da L’Ancora dell’11 maggio 2014:
Di solito i bambini sono attratti dai linguaggi non verbali, perchè vi si abbandonano con maggiore facilità, dando sfogo a impulsi e immaginazione, senza sottostare alle ostiche regole grammaticali. Scoprire che anche il linguaggio cinematografico, di cui si beano ogni giorno, ha una sua “grammatica” da rispettare, per ottenere un’efficace comunicazione, ha piacevolmente sorpreso di più, entusiasmato gli alunni delle classi quarte e quinte della “Saracco”.
Sotto l’abile guida dei fratelli Alberto e Cristina Cavanna, l’uno ingegnoso mago dell’immagine e dell’informatica, l’altra sua collaboratrice e artista di sequenze e sfondi, le scolaresche si sono accostate a tale grammatica nel corso del progetto “Laboratorio cinematografico di effetti speciali”, patrocinato dal Comune di Acqui Terme.
In fase iniziale, gli alunni si sono dilettati con la visione di alcune tipologie di video, tra cui gli amati film di animazione. L’analisi e lo smontaggio di alcune scene con l’ausilio di riprese effettuate dagli esperti in precedenti esperienze didattiche hanno evidenziato la funzione della macchina da presa, l’importanza delle inquadrature e dei piani, la costruzione ragionata delle sequenze, le modalità di inserimento di suoni e “trucchi” chiamati “effetti speciali”.
Dall’avvento delle immagini in movimento, queste alchimie affascinano anche gli adulti per il mistero che le permea e, talvolta, per la loro spettacolarità. Capire come vengono messe in atto, perciò, consente una fruizione meno passiva, sempre emotivamente coinvolgente, ma anche
consapevole: si tratta di un risultato rilevante, specialmente per bambini della primaria.
Con l’avvio dell’esperienza laboratoriale, gli alunni della “Saracco”, operanti in piccoli gruppi, sono diventati veri attori e registi, in quanto hanno interagito con immagini e mezzi cinematografici.
L’emozione del “ciak” per la costruzione di una vera storia filmica, le procedure per operare animazioni con polveri magiche, oggetti che scompaiono, voli e vari effetti speciali, la coordinazione e la sincronia di movimenti con quelli dei compagni, nel rispetto delle esigenze sceniche, hanno costituito esperienze formative vissute in forma ludica, in un clima di partecipazione consapevole e gioiosa. Tra gli alunni di quarta, durante le riprese del “volo”, è sorto spontaneo intonare l’universale ritornello dell’intima aspirazione umana, il “volare” di Domenico Modugno. La professoressa Cristina, insegnante sensibile e dalle mille risorse, ha colto quest’attimo di ispirazione per un fuori programma al pianoforte, deliziando (e impressionando) i bambini con la sua abilità di accompagnamento su questa e su altre canzoni inventate o proposte dai bambini stessi.
Con la sensazione appagante di aver vissuto un’esperienza speciale e con un po’ di rammarico per la sua brevità gli alunni hanno salutato i due esperti, in attesa di veder scorrere le magiche storie a montaggio ultimato. Buon lavoro, Alberto e… facci ancora sognare!